Omelia nel giorno del Sacro Cuore di Gesù: “Il cuore trafitto” (Collegio Maria Mater Ecclesiae - 15 giugno 2012)




(Estratto dell' omelia del Padre Rettore)

Carissimi seminaristi,
 Celebriamo oggi il giorno del Sacro Cuore, festa profondamente legata al sacerdozio:
-         Perché Cristo es il Sommo sacerdote da cui nasce il nostro sacerdozio.
-         Perché il mistero del cuore di Gesù si rivela nella croce, nella quale Cristo s´immola ed è “sacerdote, vittima e altare”
-         Ed per questo questa è festa è considerata giornata mondiale di preghiera per la santificazione dei sacerdoti.


Vi suggerisco una contemplazione e meditazione sul “cuore trafitto” de Cristo, mistero del quale ci parla il vangelo: che cosa ha visto Giovanni in questo mistero? Che cosa mi dice a me questo cuore trafitto?

L'evangelista lo presenta come l'avveramento di una profezia: “Guarderanno a me, colui che hanno trafitto” (Zc 12,10). Ci comunica, anche, che dal costato di Gesù subito uscì sangue e acqua. L’acqua e il sangue rimandano al Battesimo, dove l’acqua è il segno e il sangue la ragione dell’efficacia del segno.
 Tutto il sangue della nuova ed eterna alleanza era passato per il cuore di Gesù. Sangue, segno della nuova ed eterna alleanza; acqua segno del lavacro battesimale, che rigenera in virtù del Sangue.

  1)    Quale è la causa della morte simboleggiato in quel cuore trafitto?: l'amore. L'amore, spinto a vertici insondabili. A tanta generosità d'amore del Cristo bisogna che noi rispondiamo con l'amore. Cuore è una parola che suggerisce un immediato significato, una parola chiave, primordiale, da tutti intesa in questo significato. Va avvertito che la parola cuore, biblicamente significa il centro profondo del nostro essere dove prendiamo le decisioni, da dove sgorgano le nostre azioni, il nostro amore e anche i nostri peccati (Cf. Marco 7,14s). Il culto al Cuore di Gesù nasce proprio dal riconoscere che Gesù si è donato tutto a noi per amore, che la forza di Gesù nel sostenere la passione è stata tutta nell'amore.

    2)    Quel Cuore ha acceso i nostri cuori, li ha fatti vivere di amore divino, quello datoci dallo Spirito Santo. Tutto è ben di più dell'amore semplicemente umano (nel matrimonio per esempio), il quale non ha lungo cammino poiché si ferma in punti determinati, e non ha l´intensità rispetto a quello che le fiamme del Cuore di Gesù hanno acceso nel nostro. Quel Sangue della nuova ed eterna alleanza versato per amore ha riconsacrato i nostri cuori, li ha fatti ritornare tempio di Dio, e in essi hanno trovato dimora le fiamme dell'amore divino. “Sono venuto a gettare fuoco sulla terra”, ci disse Gesù. Dio ci attira a sé con questo vincolo d'amore, come dice il profeta: “Io li traevo con legami di bontà, con vincoli d'amore; ero per loro come chi solleva un bimbo alla sua guancia, mi chinavo su di lui per dargli da mangiare”.

    3)    Gesù crea un vincolo d´amore con noi: sacerdoti e candidati al sacerdozio. Quale vincolo d'amore più grande di quello del Figlio, che ha donato tutto se stesso, che si è piegato a noi discendendo dal cielo, che si è abbassato a noi per servirci, che si è chinato a noi per darci da mangiare se stesso: il suo Corpo e il suo Sangue? Quando noi mangiamo il suo Corpo sappiamo che esso ci è stato donato dal suo Cuore. Quando beviamo il suo Sangue sappiamo che è sgorgato dal suo Cuore. Il profeta Osea ci dice altre parole che ci fanno entrare nel Cuore di Gesù: “Il mio cuore si commuove dentro di me, il mio intimo freme di compassione”.

   4)    Il cuore di Gesù ci mostra la grandezza del suo amore tradotto in misericordia e compassione: di fronte alle nostre miserie, alle nostre ferite, ai nostri peccati, il primo moto di Dio è la compassione, la volontà di perdono, poiché Dio è lento all’ira (Cf Ps 144). L'ira, cioè l'azione della sua giustizia, nasce quando vede gli uomini arrivare sistematicamente al rifiuto del suo amore.

   5)    Gesù ci mostra il suo Cuore, cioè l'intimo come Uomo-Dio, ci dona il suo Cuore nell'Eucaristia. In essa, nell'Eucaristia, c'è la somma dell'amore del Cristo, e c'è il vertice dell'amore dell'Uomo-Dio. Paolo dice nella seconda lettura d´oggi che l'amore di Cristo è talmente vasto che sorpassa ogni conoscenza, ma nello stesso tempo, nella fede in lui e nella vita di comunione con tutti i santi, si è in grado di comprenderlo, pur senza poterne esaurire “l'ampiezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità”. Dio ci trae a sé con legami d'amore, e questi sono illimitati, ogni comunicazione d'amore è un legame d'amore, un legame che dà libertà al cuore, che lo rende libero di amare, libero dall'egoismo, dal peccato, dalla mediocrità. “Le insondabili ricchezze di Cristo”, si traducono negli inesauribili vincoli d'amore che ci comunica. Vincoli d'amore, che vincolano, nella gioia della libertà d'amare, i nostri cuori ad amarlo. Paolo di fronte a tanto amore, all'infinito amore di Cristo dice pieno di gratitudine : “Io piego le ginocchia davanti al Padre”. Cristo comunicandoci il suo Cuore ci apre al Padre, all'adorazione del Padre, cosicché noi siamo “ricolmi di tutta la pienezza di Dio”, la quale sempre rimane inesauribile. In cielo, nella gloria, vedremo Dio tutto, ma non totalmente, poiché egli è infinito; ma il suo essere infinito sarà inesauribile ricchezza di comunicazione per tutta l'eternità.

Nessun commento: